Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XX – 01 luglio 2023.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Sclerosi Multipla: scoperta variante genetica che causa la progressione rapida. Mediante uno studio GWAS su oltre 22.000 pazienti (12.586 + 9.805) affetti da sclerosi multipla, i ricercatori di due grandi consorzi (IMSGC e MMSC) hanno identificato un’associazione significativa con rs10191329 nel locus DYSF-ZNF638, l’allele di rischio associato con una più precoce disabilità deambulatoria e una più grave patologia troncoencefalica. [Cfr. Nature – AOP doi: 10.1038/s41586-023-06250-x, 2023].

 

Disturbi dello spettro dell’autismo (ASD): il reale rapporto con l’asse cervello-intestino. Anche se la diagnosi di ASD è implicitamente dimensionale e non categoriale e la natura di patologia neuroevolutiva caratterizzata come disturbo pervasivo dello sviluppo include entità eziopatogenetiche differenti, lo studio degli aspetti genetici rimane preminente nell’interesse sperimentale. Tuttavia, il numero dei lavori sul ruolo di alterazioni dell’asse cervello-intestino (GBA) è cresciuto a tal punto da diventare di assoluta attualità.

James T. Morton e colleghi hanno trovato lungo l’asse GBA un’architettura funzionale correlata con l’eterogeneità dei fenotipi ASD e caratterizzata da profili di aminoacidi, carboidrati e lipidi ASD-associati, prevalentemente codificati da specie microbiche del genere Prevotella, Bifidobacterium, Desulfovibrio e Bacteroides, e correlati con cambiamenti nell’espressione genica del cervello, pattern dietetici restrittivi e profili di citochine pro-infiammatorie. I ricercatori hanno rilevato un’associazione forte tra cambiamenti temporali nella composizione del microbioma e fenotipi ASD. [Cfr. Nature Neuroscience – AOP doi: 10.1038/s41593-023-01361-0, 2023].

 

Danno psicomotorio da alcool: confronto tra affetti e non affetti da AUD. Nathan Didier e colleghi hanno esplorato la tolleranza comportamentale e i danni legati alla dose di etanolo assunta, mettendo a confronto bevitori affetti da disturbo da uso di alcool (AUD) con bevitori non affetti dal disturbo psichiatrico. I dati ottenuti su tre coorti del Chicago Drinking Project dimostrano che la tolleranza ad una dose acuta intossicante di alcool è maggiore nei bevitori con alte dosi abituali e affetti da AUD, in quanto presentano un picco più basso di danno psicomotorio e un più rapido recupero della performance fisiologica; ma, con una dose ancora più alta, il danno psicomotorio è più che doppio negli affetti da AUD rispetto ai bevitori moderati. [Cfr. Alcohol: Clinical and Experimental Research 47 (6): 1156-1166, 2023].

 

Acufene cronico intrattabile (tinnitus): efficace il trattamento laser. Vitor Hugo Panhoca e colleghi dell’Università di Sao Paulo hanno sperimentato con successo, in uno studio randomizzato controllato in doppio cieco, una terapia laser con luce nello spettro del rosso e dell’infrarosso, per il trattamento di quel suono generato all’interno delle vie acustiche (acufene) avvertito come un sibilo o ronzio continuo, detto “fischio all’orecchio”, e attualmente trattato con esiti alterni mediante tecniche di ricondizionamento acustico. [Cfr. J Pers Med. 13 (4): 581, 2023].

 

Depressione geriatrica: il volume regionale della materia grigia per diagnosi oggettiva. La depressione involutiva o depressione dell’età geriatrica (GD) si accompagna ad apatia ed ansia, ma solo in una bassa percentuale di casi il cervello esprime il fattore protettivo della resistenza al danno, e non si dispone di strumenti per valutare questo aspetto. Beatrix Krause-Sorio e colleghi hanno studiato il volume della materia grigia in 49 adulti (38 donne) affetti da depressione maggiore, e hanno stabilito che il volume della materia grigia dell’encefalo nel suo insieme è un potenziale marker di resistenza agli effetti negativi, mentre lo studio focale della materia grigia di specifiche aree cerebrali può fornire marker di ansia e di grado della depressione stessa. [Cfr. International Psychogeriatr. 1-9, June 29, 2023].

 

Antropologia: la realtà delle donne cacciatrici confuta uno stereotipo disciplinare. Uno studio pubblicato il 28 giugno su PLoS ONE ha analizzato tutti i lavori, da quelli di etnografia ai resoconti antropologici dal 1800 ai nostri giorni, sulla questione del ruolo femminile nelle società rimaste nel mondo moderno allo stadio primitivo dei cacciatori-raccoglitori. Lo stereotipo voleva per queste etnie, come per ominidi e società preistoriche, che gli uomini fossero cacciatori e le donne raccoglitrici, ma il nuovo studio ha calcolato che nell’80% dei casi l’attività venatoria è svolta dalle donne. Alcuni autori, basandosi sul vecchio stereotipo, avevano datato la prima ripartizione di compiti lavorativi tra uomini e donne a circa un milione di anni fa, attribuendole un’origine biologica.

Esistevano già osservazioni antropologiche che contraddicevano il dogma dell’uomo cacciatore (“Man the Hunter”), ma si consideravano eccezioni: negli anni Ottanta le donne Akta nelle foreste delle Filippine portavano frecce e archi alti come loro per cacciare cervi e maiali; allo stesso modo sono state fotografate delle Awa nel territorio indigeno Caru del Brasile; fra i Matses della foresta amazzonica, le donne cacciano i roditori uccidendoli col machete; più di recente sono state descritte nell’Africa centrale bisnonne Aka con nipotine dai 5 anni in su mettere trappole per la cattura di cefalofine, piccoli bovini simili ad antilopi. [Cfr. Bridget Alex, Science 28 June, 2023].

 

Da Sallustio ai responsabili del crollo del Ponte Morandi la costante della corruzione delle coscienze. Quando Sallustio deve illustrare la decadenza morale in cui era caduta Roma, per collocare la congiura di Catilina nella sua reale cornice storico-antropologica, non ha esitazioni nell’indicare il principale dei mali che si è epidemicamente diffuso tra i governanti e nel popolo, ormai da generazioni: l’abbandono della realizzazione prioritaria dell’ideale delle virtù, a vantaggio di un’idolatria del danaro, del potere, del profitto, del vantaggio personale, dell’affermazione a discapito degli altri e della soddisfazione dei propri istinti, senza alcuno scrupolo.

Lidia Storoni Mazzolani così scrive di Sallustio: “L’uomo, per Sallustio, è diviso in due parti, una che partecipa del divino, l’altra della natura animale (B. C., I, 2); i mortali sono divisi in due schiere: una avida e lussuriosa, l’altra capace di dominare le inclinazioni dei sensi; la parte materiale si corrompe e muore: «La bellezza, la ricchezza sono transitorie; solo la virtù è fulgida, eterna…» (B. C., I, 2)”[1]. Le due schiere di Sallustio nel pensiero cristiano sono ricondotte a due disposizioni d’animo potenzialmente presenti in ciascuno di noi, ma per il resto la concezione etica dell’uomo che traspare dai suoi scritti è stata ricondotta a Platone, con la probabile mediazione di Posidonio, e accostata alla visione di Sant’Agostino: per Sallustio senza l’ideale dei valori interpretati dai nobili padri della patria, costituenti gli esempi da seguire, l’uomo scade in una vile grettezza fatta di meschinità, rancori, odii e desiderio di sopraffazione; per il Padre della Chiesa l’umanità che permane nell’oscuro individualismo del peccato originale, senza accedere alla grazia della redenzione attraverso un rinnovamento sacramentale, è massa lutei, ovvero un “cumulo di fango”[2].

Sallustio descrive la bassezza morale di persone divenute incapaci di riconoscere e apprezzare il valore delle virtù, tutte intente a perseguire i propri scopi di interessi materiali, personali e particolari, posti al di sopra della vita degli altri. Un quadro simile di bassezza morale dei nostri giorni è emerso dalle intercettazioni telefoniche dei responsabili della mancata manutenzione del Ponte Morandi, proposte dalla trasmissione televisiva “Report”: nessuno dei protagonisti negativi di quelle vicende si è mai preoccupato minimamente di causare la morte di innocenti automobilisti, tutti intenti come erano a lucrare con la propria disonestà e trovare il modo di farla franca. Dopo il crollo del 14 agosto 2018 che causò 43 morti, 11 feriti e 566 sfollati, uno dei responsabili, Giovanni Castellucci, che ha ottenuto una liquidazione di 13 milioni di euro, incassò oltre 5 milioni di euro, di cui 3,7 di “premio per aver raggiunto l’obiettivo annuale” (!), grazie al sistema di corruzione e complicità creato da queste persone senza scrupoli.

Sallustio, da storico, fa risalire l’inizio del degrado morale alle guerre civili seguite alla caduta di Cartagine del 146 a.C.; noi il degrado odierno potremmo farlo risalire a quando, dopo la legittimazione di un pensiero civile non cristiano avvenuta nell’Ottocento romantico, non si è introdotto per i non credenti un sistema di valori morali paragonabile a quello dei credenti, ugualmente ispirato a principi assoluti e non ignorabili o negoziabili, come quelli che fanno riferimento al giudizio di Dio. Ma, come è accaduto per la tesi di Sallustio, anche la nostra ipotetica collocazione storica dell’inizio della decadenza morale potrebbe essere confutata da decine di critiche più o meno valide e fondate, perché le realtà umane hanno sempre molteplici aspetti e, negli intrecci di necessità, obblighi, occasioni ed arbitri, si possono sempre rinvenire circostanze causali di cambiamenti, poi propagati e magari in alcuni ambiti affermati, grazie a meccanismi di psicologia collettiva e sociale, come la tendenza all’emulazione passiva e al protettivo e giustificatorio appartenere alla maggioranza “al passo coi tempi”.

Un segno preoccupante è la mancanza di indignazione da parte della doxa dei nostri giorni, quale conseguenza dell’indebolimento della capacità e della volontà di distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Almeno, si spera che questa sia la ragione, perché se così non fosse dovremmo dedurre che si è affermata una morale da delinquenti. [BM&L-Italia, luglio 2023].

 

I Greci erano già andati oltre Schopenhauer nella prevenzione delle delusioni, ma oggi possiamo fare di più. Schopenhauer suggerisce, per non essere delusi, sorpresi in negativo e amareggiati dagli eventi, di pensare sempre al contrario di ciò che ci suggerisce un fatto positivo: ad esempio, se nasce una gratificante intesa con una persona, bisogna pensare che questa possa tradire l’amicizia. Il filosofo elenca alcune circostanze positive e il pensiero negativo che bisogna associarvi, ritenendo che aver pensato per abitudine in negativo sia sufficiente ad evitare delusione e dispiacere, nel caso in cui si subisca un torto, un affronto o una cattiveria. Schopenhauer ignora l’importanza e il ruolo dell’entità dell’investimento affettivo, come la variabile costituita dallo stato psichico del soggetto al momento dell’evento. Il pensiero pre-psicologico ci appare sempre ingenuo, quando affronta questioni che hanno a che fare con gli stati della mente.

In realtà, alla puerilità del “gioco dei contrari” suggerito da Schopenhauer possiamo contrapporre un tentativo ben più fondato – anche se ancora insoddisfacente per noi – di incidere sugli stati mentali da cui scaturisce il genere dei pensieri che si affacciano alla coscienza, posto in essere dalla filosofia antica: la premeditatio malorum. Non si tratta di soffermare brevemente il pensiero sulla possibilità che si verifichino eventi negativi, come giustamente sottolinea Salvatore Natoli, ma consiste nell’immedesimarsi completamente nelle circostanze indesiderate, provando a renderle presenti, a reagire affettivamente e a immaginarne gli sviluppi, le conseguenze e le implicazioni nelle relazioni umane e negli atteggiamenti mentali di coloro che potrebbero condividere le nostre esperienze. Maestri nella premeditatio malorum furono gli stoici, che realizzavano delle vere e proprie simulazioni di circostanze avverse, non limitandosi a prefigurare un futuro sfavorevole, ma mettendo praticamente in scena il negativo, così da obbligare la propria mente a pensare come se fosse in quell’attualità paventata, cercando di esercitare emozioni, affetti e sentimenti.

Oggi il sapere neuroscientifico ci consente di ricondurre a un’iperattività dei sistemi dello stress la reazione cerebrale ad evenienze negative, e ci induce a coltivare uno stile di vita che potenzia l’efficacia dei sistemi neuronici antagonisti e delle condizioni complessive di equilibrio fisiologico biomolecolare ottimale di tutto l’organismo, associate a uno stato di maggiore forza e stabilità soggettivamente corrispondente a uno stato psichico di serenità. Noi cerchiamo di fare questo con un’arte del vivere che vada dal rispetto della fisiologia cerebrale alla saggezza nei rapporti umani. [BM&L-Italia, luglio 2023].

 

La mente medievale alle origini del mentale moderno e contemporaneo (XXIII) è una tematica che stiamo sviluppando al Seminario sull’Arte del Vivere (v. nelle “Notule” ogni settimana dalle Note e Notizie 21-01-23 alle Note e Notizie 24-06-23) per spunti di riflessione e discussione: qui di seguito si riportano quelli del ventitreesimo incontro.

In questo percorso sulla mente medievale abbiamo attinto alla storia della vita privata, dei costumi, dei modi di vita, delle concezioni correnti, risalendo alle radici antropologiche di alcune tradizioni dei popoli europei per cercare, insieme col lettore, di dedurre i possibili atteggiamenti mentali e le forme di sensibilità conseguenti a quei particolari contesti, e, pur seguendo la traccia generale degli studi di Jacques Le Goff e degli altri medievalisti maggiori, abbiamo tratto dal grande storico Peter Brown notizie e metodo per cercare di comprendere come avvenga in età imperiale quel tormentato processo spesso definito “il dramma del passaggio dall’uomo civico all’uomo interiore”. Un processo che non è semplicemente la conversione dei costumi pagani in costumi cristiani, ma un cambiamento di prospettiva di molti popoli circa il modo di intendere i rapporti elementari di parentela, la relazione del singolo col possesso dei beni, il rapporto tra interesse personale e interesse collettivo; in sintesi, un mutamento del registro di senso antropologico dell’ordine simbolico generale e della forma dei sentimenti.

Esemplare dello scontro tra modello cristiano e modello di sostrato, che fa registrare rifiuti categorici, opposizione armata, accettazione entusiastica, ricerca del compromesso, creatività sincretica e indecidibilità individuale, è ciò che avviene tra le popolazioni germaniche della Francia e i Gallo-Romani convertiti al cristianesimo. In questo infernale intreccio, il nostro dantesco Virgilio è stato Michel Rouche.

Per alcuni aspetti della vita domestica abbiamo seguito Yvon Thébert e le sue indicazioni bibliografiche, così come ci siamo rifatti a Evelyne Patlagean, esperta ricercatrice della vita a Costantinopoli nei secoli X e XI, per lo stile di vita nell’età di mezzo dei popoli che abitavano la regione di Bisanzio.

Anche se gli storici convenzionalmente considerano il Medioevo come l’epoca dell’unità etica dell’Europa, che sarà infranta dallo scisma protestante in età moderna, abbiamo visto che i principi dei popoli barbari del sostrato pre-romano mitteleuropeo sono sopravvissuti per secoli in conflitto o in compromesso con quelli cristiani, fino ad avere la meglio in alcuni territori e in alcuni ambiti del costume, della ragione e delle leggi[3].

La complessità eterogenea del reale contrapposta alle semplificazioni e alle generalizzazioni basate sull’assolutizzazione delle prevalenze, tipica dell’analisi storica tradizionale, ha posto il problema di una profonda revisione di metodo[4], soprattutto da quando gli studiosi della diacronia delle città, della storia antropologica delle attività umane e di quella che è stata chiamata la “storia del gesto quotidiano”, hanno rivelato l’artificiosità degli stereotipi interpretativi dominanti da secoli nella storiografia accademica.

Se si abbandonano gli stereotipi interpretativi classici, ci si trova come davanti a uno spazio illimitato e sconosciuto da percorrere senza la guida di indicazioni che conferiscano forma e senso al procedere diretto a una meta dimostrativa o illustrativa. In questa circostanza le scelte principali, fra le tante possibili, sono due: scomporre la materia storica in entità episodiche discrete, trattando ciascuna di esse come un’unità da analizzare e rendere nel rigore documentario dei fatti certi, senza alcuna cornice, eccetto quella spontanea e virtualmente ineliminabile delle propensioni psicologiche dell’autore, rinunciando ad ogni forma di meta-discorso da svolgere in parallelo e rivolgere al lettore, oppure creare criteri nuovi o prenderli a prestito da altre discipline per raccogliere gli episodi storici in insiemi o categorie omogenee in base alle quali sviluppare un meta-discorso interpretativo da rivolgere al lettore, in generale, e agli altri storici, in particolare.

Per stare alle categorie internazionali attuali, il primo metodo, basato sulla scomposizione analitica, è detto splitting e, coloro che lo adottano, splitters; il secondo metodo, basato sull’inclusione in categorie, lumping e quanti lo sostengono sono chiamati lumpers.

La nostra idea è che, sia adoperando il criterio degli splitters che quello dei lumpers, bisognerebbe conservare la consapevolezza del metodo adoperato e delle sue conseguenze, non escludendo la possibilità di riconsiderare la stessa questione secondo l’ottica non adottata. Di fatto, il criterio che si impiega da decenni nelle considerazioni sul costume consiste nello splitting in singoli comportamenti, esaminati con la superficialità di un redattore di cronache mondane.

Questo stile mediatico da lungo tempo generalizzato ed entrato anche nei criteri delle analisi sociologiche, abitua a non pensare al valore simbolico, al rapporto di senso del comportamento con la concezione dell’uomo e del mondo da parte di chi lo pone in essere, abitua a separare dalla coscienza personale del senso e del significato, ad esempio, ciò che viene protetto e custodito dall’involucro di inviolabilità fornito dallo status di “comportamento alla moda”. Si dà per implicita l’assunzione acritica irriflessiva e non intenzionalmente motivata dell’agire secondo tendenza. Se si riflette, ci si accorge che questa intoccabilità supera nei fatti quella del senso dell’inviolabilità sacrale – che antropologicamente si faceva risalire alla concezione del tabù – perché è osservata dalla maggioranza assoluta, uniformata alla condivisione di questo stile imitativo e irriflessivo, mentre l’inviolabilità sacrale appartiene alla sfera privata dei sentimenti religiosi di quelle minoranze che vivono in coerenza con i propri principi.

Anche per il lumping esiste una patologia nelle tendenze di moda: si sceglie un argomento più o meno vasto e lo si esamina nel suo insieme secondo i paradigmi di un’ideologia o di uno schema socio-politico contemporaneo, attribuendo ai protagonisti ideazione, intenzionalità e sensibilità (o, spesso, la totale assenza di tale proprietà) secondo gli stereotipi dell’autore.

Ci siamo tenuti ben lontani dal rischio di essere esposti a elaborati viziati da questi due generi di alterazione – opposti ma equivalenti per distorsione – studiando, sotto la guida di Monica Lanfredini, i testi estesi da protagonisti della ricerca storica più autorevole, prediligendo i fatti che hanno trovato riscontro negli studi filologico-linguistici dei documenti e sono risultati coerenti con gli studi di archeologia e antichistica.

Augurando a tutti i lettori buone vacanze, suggeriamo una lettura continuativa in questa pausa estiva dei testi di questi 23 incontri tenuti dal 21 gennaio a oggi. [BM&L-Italia, luglio 2023].

 

Notule

BM&L-01 luglio 2023

www.brainmindlife.org

 

 

 

________________________________________________________________________________

 

La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.

 

 

 



[1] Lidia Storoni Mazzolani, Sallustio o della concordia in Gaio Crispo Sallustio, La congiura di Catilina (prefazione), p. 27, BUR, Rizzoli, Milano 1976.

[2] Cfr. Lidia Storoni Mazzolani, op. cit., idem.

[3] I cittadini e le famiglie armate in lotta fra loro, le case-torri che ospitano una casata e sono come fortezze, e gli stessi ordini religiosi armati (un vero oltraggio al Vangelo in cui Gesù risana l’orecchio tagliato con la spada in sua difesa) hanno origine dai popoli barbari.

[4] Di proposito non parliamo di “problema epistemologico” per il significato che questa espressione ha assunto nella seconda metà del secolo scorso in relazione all’applicazione di particolari paradigmi ideologici all’analisi storica.